Le complicanze trombotiche ed emorragiche coinvolgono molteplici discipline: l’ematologia, la medicina interna, la ginecologia ed ostetricia ed altre specialità chirurgiche.
Pertanto, temi come le alterazioni congenite o acquisite della coagulazione, l’uso di farmaci innovativi in ambito emorragico e trombotico sono estremamente rilevanti. La Gestione delle complicanze emorragiche e trombotiche è, poi, un tema di cruciale importanza, che prevede una conoscenza trasversale di molte tematiche e soprattutto la possibilità di condividere esperienze e percorsi diagnostico-terapeutici.
Le patologie rare -emorragiche e/o trombotiche - sono spesso misconosciute e/o non adeguatamente trattate. La diffusione delle conoscenze relative alle strategie diagnostiche e terapeutiche ed un focus sulle innovazioni terapeutiche è di fondamentale importanza per garantire un trattamento sempre più sicuro e personalizzato. I dati più recenti apparsi in letteratura devono essere diffusi, contestualizzati e adattati alle singole realtà assistenziali. La possibilità di disporre di una rete di Centri per la diagnosi e la gestione di pazienti con patologie rare comporta un miglioramento della qualità dell’assistenza prestata.
La durata delle terapie con anticoagulanti orali, il rischio di recidive tromboemboliche o le possibili complicanze emorragiche è un altro tema centrale, che necessita di approfondimento. Infatti, il numero di pazienti in terapia con anticoagulanti diretti DOAC) in particolare aumenta progressivamente. Il tema della gestione del paziente anticoagulato è complesso e necessita delle competenze di diverse figure professionali.
Vi sono, poi, nuove evidenze in tema di farmaci innovativi e nuovi approcci terapeutici che è necessario discutere per imparare a gestire sempre meglio i pazienti in terapia anticoagulante per lunghi periodi o pazienti con patologie rare ad elevato rischio di mortalità. La grande variabilità individuale, in gran parte legata a condizioni individuali congenite o acquisite (es: co-morbidità, interazioni farmacologiche), rende sempre più necessaria una personalizzazione della terapia. Circa l’uso dei DOAC, ad esempio, la valutazione complessiva di ogni singolo paziente rende possibile, anche alla luce di nuove evidenze disponibili in letteratura, rende oggi possibile il loro uso anche in gruppi di pazienti per i quali negli anni scorsi non erano utilizzati.
Tutti i temi sopra accennati devono essere declinati oggi anche in un contesto di medicina di genere, poiché abbiamo imparato che fattori di rischio, manifestazioni cliniche e approcci terapeutici di molte patologie trombotiche ed emorragiche sono estremamente eterogenei in relazione al sesso e del genere. È pertanto indispensabile sollecitare l’aggiornamento dei professionisti sulle applicazioni della medicina di genere alle problematiche relative all’emostasi e trombosi.
L’aggiornamento costante su questi temi garantirà una migliore qualità assistenziale oltre ad una razionalizzazione delle risorse.